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l'Hot-Cat Elettrogeno in arrivo!

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(Fonte: e-catalyzer.it)

Osservate attentamente questa foto.

Cosa riproduce secondo voi? Ebbene, e’ il nuovo E-Cat (o l’hot cat, come lo chiama Andrea Rossi), la versione in grado di lavorare stabilmente ad alte temperature. Queste temperature consentono di convertire il calore in elettricita’ tramite l’utilizzo di dispositivi a stato solido. La foto che vi mostriamo e’ stata postata in anteprima da un utente che si fa chiamare Cures. Cures, tramite alcuni post pubblicati su diversi siti, ha reso pubbliche notizie ancora riservate riguardanti proprio questo nuovo E-Cat, riferendo i dati degli ultimi esperimenti effettuati il 16 luglio scorso. Grazie ad Hank Mills di PESN e’ possibile avere una sorta di riassunto di quanto pubblicato da Cures, e nel seguito ve ne forniamo un ‘condensato‘. Come dicevamo, le indiscrezioni riportate da questo utente riguardano il test effettuato il 16 luglio, i cui risultati sarebbero veramente sorprendenti. Come e’ composto il congegno e come funziona? Prima di tutto questo E-Cat e’ costituito da due tubi di acciaio di uguale lunghezza ma di diverso diametro. Quello piu’ piccolo e’ stato posizionato all’interno di quello piu’ grande. Nello spazio tra i due cilindri e’ stato posto un elemento riscaldante, unitamente alla polvere di nichel, catalizzatori e una tavoletta che se riscaldata rilascia idrogeno. Le estremita’ del cilindro son state quindi ricoperte con del mastice resistente alle alte temperature. Successivamente il dispositivo e’ stato messo su una struttura metallica diversi metri sopra il pavimento. Quindi una telecamera termica e’ stata posta sotto l’E-Cat. Questa telecamera sarebbe utilizzata per registrare le temperature della superficie della parte inferiore del modulo, evitando l’esposizione all’aria calda che tende invece a salire. Dando poi energia alle resistenze all’interno dell’E-Cat, la temperatura e’ cominciata a salire, tutto registrato dalla telecamera termica che, collegata ad un computer, ha fornito tutti i dati necessari per le analisi. Risultato importate di questo esperimento, oltre alle temperature utilizzate, e’ stata la totale sicurezza ed assenza di radiazioni nell’ambiente circostante l’E-Cat. Quali sono state le reazioni di Andrea Rossi a questa fuga di notizie? Tramite il suo blog ha fatto sapere che l’esperimento verra’ replicato in ottobre presso l’Universita’ di Bologna, e i risultati verranno debitamente pubblicati. Ma chi si nasconde dietro il nick Cures? Ora lo sappiamo, e’ Rossi stesso a spiegarcelo sempre attraverso il suo blog sul Journal of Nuclear Physics. Si tratta dell’Ingegnere Domenico Fioravanti con cui Rossi ha avuto un breve contatto quando erano giovani. Poi le loro strade si divisero. Fioravanti fece carriera nell’esercito negli USA, collaborando persino con la NATO e il Pengagono. Finche’ un giorno Fioravanti posto’ un commento sul Journal of Nuclear Physics e Rossi decise di contattarlo privatamente. In breve, il rapporto si trasformo’ in una collaborazione quando Rossi trovo’ un cliente nell’esercito e, grazie alle sue competenze, Fioravanti fu in grado di svolgere il ruolo di consulente neutrale tra le due parti. E il resto ormai lo sappiamo. Non ci resta ora che aspettare le prossime mosse di Rossi, prima di tutto a Zurigo l’8 e il 9 settembre.

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