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La produzione di energia da impianti geotermici valorizzata alla Camera

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Alla Camera dei deputati, Commissioni riunite Ambiente e Attività produttive, è stata approvata la risoluzione n. 8-00103 riguardante l’energia geotermica.

Il documento in questione, di cui è prima firmataria la deputata Pd Chiara Braga, che è anche responsabile nazionale ambiente del partito, in sintesi, dovrebbe impegnare il governo a delineare una sorta di strategia operativa, partoribile entro sei mesi, da applicare in ambito geotermico.

Una buona notizia, pare, per lo sviluppo razionale della geotermia, dato che erano state depositate nei mesi scorsi dai vari partiti risoluzioni che presentavano una visione diversa sulla geotermia: non positive, in soldoni.

Ora la geotermia torna buona. «Lo sviluppo corretto della geotermia porta con sé non solo benefici ambientali, contribuendo in maniera importante alla lotta contro i cambiamenti climatici, ma offre anche importanti occasioni per la creazione di nuovi posti di lavoro. L’Italia infatti, per le sue caratteristiche morfologiche, ha risorse geotermiche importanti e poco sfruttate – dice la deputata - Proprio per queste ragioni le Commissioni riunite VIII Ambiente e X Attività Produttive della Camera hanno approvato all’unanimità una risoluzione che impegna, tra l’altro, il Governo ad avviare le procedure di zonizzazione del territorio italiano per le varie tipologie di impianti geotermici, identificando le aree potenzialmente sfruttabili in coerenza anche con le previsioni degli orientamenti europei relativamente all'utilizzo della risorsa geotermica. Si prevede poi che vengano emanate entro sei mesi «linee guida» da parte del ministero dello Sviluppo Economico e del Ministero dell'Ambiente che individuino nell’ambito delle aree idonee anche i criteri generali di valutazione finalizzati allo sfruttamento in sicurezza della risorsa anche a tutela dall’inquinamento delle falde acquifere, dell’aria e rispetto alle implicazioni di induzione della microsismicità. La risoluzione prevede infine che nella fase prerealizzativa ci sia un pieno coinvolgimento delle amministrazioni e delle popolazione locali nel processo decisionale favorendo l'eventuale applicazione del principio di precauzione».

Il punto però è: quale geotermia? La “classica” alta entalpia; ma anche la chiacchierata bassa entalpia, novità che suscita non poche perplessità.

Parte del testo della risoluzione approvata pochi giorni orsono infatti recita: «favorire lo sviluppo e la diffusione della geotermia a bassa entalpia, ossia ad impianti che sfruttano il calore a piccole profondità, per l'importante contributo che può dare alla riduzione del fabbisogno energetico del patrimonio edilizio italiano».

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